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A Palazzo Roncale: 70 anni dopo. La Grande Alluvione

Da una catastrofe può nascere anche qualcosa di positivo? Una domanda che è alla base della prossima mostra di Palazzo Roncale “70 anni dopo. La Grande Alluvione”, curata da Francesco Jori e in programma dal 23 ottobre 2021 al 31 gennaio 2022 a Rovigo.

Dopo il successo della mostra Quando Gigli, Callas e Pavarotti… Teatri storici del Polesine, Palazzo Roncale conferma la sua vocazione individuando come protagonisti di mostre dallo spiccato sviluppo narrativo le storie, i personaggi e le eccellenze polesane e proponendo una mostra di grande interesse. Non solo territoriale.

Una mostra per ricordare la Grande Alluvione a settant’anni di distanza ed evidenziare come quella tragedia si ripercuota ancora oggi nel tessuto fisico, sociale ed economico del Polesine. Un’indagine su “cosa”, oltre al ricordo, al dolore, alle tragedie personali e sociali, derivi – 70 anni dopo – da quell’Alluvione che “bloccò” un territorio che orgogliosamente ha avuto la forza di riprendersi.

 

70 anni dopo (1951/2021)

Dal riso alla orticoltura, in carenza di un vero sviluppo del comparto industriale, il Polesine ha puntato su quello agricolo, riqualificandolo e riqualificandosi. E non solo. Ha fatto di un Delta abbandonato e nemico, terra di malaria prima e di pellagra poi, una delle più ambite e importanti aree umide d’Europa, riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio della Biosfera.

Ha saputo qualificare il patrimonio del suo mare, con la mitilicoltura e la pescicoltura di eccellenza. E da quella tragedia è stato spinto a rispettare, tutelare e valorizzare il suo ambiente, ricominciato a guardare alla globalizzazione e ricordando di essere stato per un millennio, quando Adria dava il suo nome ad un mare, cuore di incontri delle reti commerciali del mondo.

In questi 70 anni non sono certo mancati distorsioni ed errori, fisiologico frutto dei tempi e della legittima necessità di lavoro e di benessere. Ma nel suo insieme questo territorio costituisce oggi un patrimonio ambientale e umano altrove perduto. Un patrimonio che consente oggi al Polesine di continuare a pianificare un futuro di qualità.