ROVIGO_ Nel corso del XIX congresso provinciale di CGIL Rovigo sono stati presentati i primi dati ricavati dalla ricerca dell’Università di Padova sugli effetti che l’impianto Amazon ha avuto sul territorio polesano.
La ricerca realizzata dall’Università degli studi di Padova e Ires su richiesta di CGIL Rovigo ha come obiettivo principale quello di comprendere l’impatto che Amazon ha avuto sul territorio polesano, a partire dall’apertura dello stabilimento di Castelguglielmo il 21 settembre 2020.
Durante lo svolgimento del progetto, coordinato e supervisionato dalla professoressa Patrizia Messina, sono stati inoltre intervistati su varie tematiche alcuni dei principali attori locali, cercando di capire le criticità presenti relative allo sviluppo del territorio e il contributo che Amazon può dare per migliorare la situazione del Polesine.
“Sono molteplici gli ambiti presi in considerazione (dalla demografia al mercato del lavoro, dal mercato immobiliare all’inquinamento e la qualità dell’aria) e duplice è l’analisi condotta che integra una parte quantitativa di analisi dei dati rilevati da fonti ufficiali e una parte qualitativa tramite interviste e focus group ai
principali attori sociali e stakeholder che operano sul territorio polesano ed in particolare nell’area dei comuni interessati: Castelguglielmo e San Bellino”; queste le dichiarazioni di Igino Canale, direttore di Ires Veneto, a riguardo.
L’arrivo di Amazon: un Polesine impreparato
Le ricerche dell’Università di Padova hanno evidenziato come il territorio fosse impreparato all’apertura dell’impianto di Castelguglielmo. Si sono così andate ad appesantire alcune criticità già presenti nell’area, come l’assenza di un sistema di trasporto pubblico e di un mercato immobiliare adatti all’arrivo di un gran numero di lavoratori, quasi tutti per giunta interessati ad affitti di qualche mese; insomma, una tipologia di affittuari alla quale il territorio non era abituato. Voci critiche da parte degli enti locali sono state sollevate sul tipo e la qualità del lavoro offerto dalla multinazionale; questa ha infatti fatto diminuire la disoccupazione nel 2021, però il lavoro proposto, è stato fatto notare, non forma realmente i lavoratori e anzi rischia di togliere forze lavoro che, con percorsi formativi adeguati, avrebbero potuto crearsi una professionalità in altri ambiti.
I dati della ricerca su mercato immobiliare e inquinamento dell’aria: le dichiarazioni di Igino Canale
“La ripresa del mercato immobiliare residenziale in tutto il territorio rodigino, avvenuta nel 2021 dopo il crollo causato dalla pandemia, è stato nei due comuni interessanti (Castelguglielmo e San Bellino) anticipato, con volumi di immobili compravenduti in crescita rispetto agli anni precedenti già nel 2020” (occorre precisare che ad oggi i dati presi in considerazione dalla ricerca non riguardano gli affitti, che verranno considerati solo in fasi più avanzate del lavoro). “Rispetto all’inquinamento e qualità dell’aria si è fatto principalmente riferimento ai livelli di concentrazioni delle polveri pm10, è sicuramente rilevante il fatto che la torretta di rilevazione Arpav in cui si è osservato il valore peggiore, pari a 55 giorni di superamenti delle quantità di pm10 rispetto al limite di legge, è stanziata a Badia Polesine, a ridosso della Val d’Astico, che rappresenta una delle principali arterie in cui si muove il trasporto e la logistica”.
Le dichiarazioni a riguardo di Pieralberto Colombo, segretario di CGIL Rovigo
“L’arrivo di Amazon in Polesine ha portato ad un aumento quantitativo del lavoro nel campo della logistica, come ci dimostrano i dati; il problema rimane però quello legato alla qualità complessiva del lavoro proposto; infatti l’arrivo di questo importante player internazionale non sembra aver creato condizioni che favoriscano un significativo radicamento di nuova popolazione in Polesine, che possa così contribuire a contrastare il grave problema dello spopolamento del nostro territorio”.
Amazon e lo sviluppo territoriale: occorre un tavolo di co-progettazione territoriale permanente
La ricerca ha nel complesso evidenziato la mancanza di un coordinamento strutturato tra amministratori, enti locali e parti sociali. Per invertire la rotta, secondo l’Università di Padova, occorre sfruttare al più presto la volontà di dialogare, mostrata sia dagli enti territoriali che da Amazon, per creare un tavolo di co-progettazione territoriale permanente. In un contesto simile anche la stessa università potrebbe fare la sua parte come attore super partes per facilitare i processi di co-progettazione per lo sviluppo dell’area. Il dialogo sembra dunque essere l’unica soluzione per poter rendere gli attori in gioco non più solo dei portatori di interessi propri, ma dei veicolatori di interessi della comunità, creando così, anche in sinergia con Amazon, dei concreti piani per lo sviluppo del Polesine.
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