ROVIGO – L'Associazione TeradaMar propone nel Calendario Nazionale degli eventi della Giornata Europea della Cultura Ebraica l'iniziativa "LA BELLEZZA DELLA VITA VISSUTA".
TeradaMar invita tutti alla visita al Cimitero Ebraico della città di Rovigo che diventerà occasione di riflessione e recupero alla memoria dei partecipanti delle storie di vita di alcuni componenti della Comunità ebraica cittadina che qui sono stati sepolti, in particolare della Professoressa DINA D'ANGELI, ultima componente della Comunità ebraica di Rovigo. Domenica 10 settembre 2023, ore 16.00 presso il Cimitero ebraico di via Stacche.
La manifestazione, coordinata dall’associazione europea AEPJ e con il logo del Consiglio d’Europa, compie quest’anno 24 anni, vi partecipano 27 paesi europei e conta ormai migliaia di visitatori ogni anno.
L'iniziativa rodigina inserita nel programma nazionale, è patrocinata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Rovigo e si svolge in collaborazione con la Comunità Ebraica di Padova.
INFO e adesioni: associazioneteradamar@gmail.com o telefonando al 327 5732805 - 328 2572136.
Il cimitero di Via Stacche è l'ultimo cimitero ebraico ad essere stato costruito a Rovigo, sorge a pochi metri dal cimitero cristiano della città, entrambi infatti sono stati costruiti ex novo quando le leggi vietarono di avere i cimiteri all'interno delle mura cittadine. Questo cimitero è però il meno conosciuto in città, pochi infatti sanno della sua esistenza, racchiuso da spesse mura in mattoni e identificato da una facciata quasi anonima su una via periferica, al suo interno sono custodite circa 900 lapidi di semplici cittadini ed esponenti di riguardo della comunità rodigina ormai scomparsa. L'ultimo rito funebre risale infatti al 2014, della professoressa Dina D'Angeli, morta a 101 anni.
L'altro cimitero ebraico cittadino è invece quello di Via Mure Soccorso dove insistono almeno tre strati di sepolture avvenute nei secoli passati che contiene alcuni resti di storiche lapidi e dove sono affisse le targhe commemorative.
(Dina D'Angeli in foto © Gazzettino)
CHI ERA DINA D’ANGELI
(Rovigo, 5 novembre 1913 - Roma, 19 dicembre 2014)
Dina D’Angeli, ultima testimone della Comunità Ebraica Polesana; internata nel campo di Chiesanuova (Padova) anche lei sopravvissuta miracolosamente alla Shoah che ebbe comunque la sua famiglia distrutta; dopo la Liberazione tornò a Rovigo è fu valente insegnante per decenni negli istituti superiori di Rovigo. Dina D'Angeli, insegnante di lingue, ultima esponente della comunità ebraica di Rovigo, scampò miracolosamente alla morte. Dina ha dedicato una vita all’insegnamento, suo padre era rodigino, Ferruccio D’Angeli, la madre era fiorentina, Elisa Modena. Durante la guerra, la professoressa D’Angeli abitava a Rovigo e descrisse l’aiuto ricevuto da Padre Cortese durante la persecuzione che colpì in quegli anni gli appartenenti al popolo ebraico in un racconto molto forte e chiaro: “19 ottobre 1943 – Passano dalla stazione di Rovigo treni bestiame sigillati carichi di ebrei romeni in transito verso i campi di sterminio. Trapela la notizia che una donna sta per partorire. Sono spaventata, non so che fare, dove andare, a chi rivolgermi. Il tempo passa, le notizie diventano sempre più preoccupanti. Finalmente qualcuno contatta Padre Cortese, che dopo lunghe ricerche fa sapere di avere trovato un posticino quale ricovero temporaneo.
La retata a Rovigo inizia nella notte del 1° dicembre 1943.
La mattina alle 7 sono in stazione, in attesa per ore di un treno e con la paura che qualcuno entri per arrestarmi. A Padova passo la notte su una sedia, in casa di conoscenti, che non osano dirmi che mia madre è stata arrestata e rinchiusa nel carcere di Via Verdi. Il giorno dopo mi reco in via Luca Belludi, vicino alla Chiesa di Sant’Antonio, nell’alloggio-pensione indicatomi da Padre Cortese, dove dimorerò per circa tre mesi, in un ripostiglio buio. Talvolta mi reco nel confessionale del Padre Cortese, sempre affabile e disponibile, che mi dà notizie di mia madre, ricoverata in ospedale e cerca di confortarmi, ma spesso mi dice in fretta: “Scappi, scappi, stanno arrivando!”. Altre volte mi fa salire in una stanza, dove mi dedico, su suo invito, a tradurre dal tedesco la biografia di un santo, in modo da guadagnare qualche soldo. Ma la situazione a Padova diviene insostenibile, devo andarmene, via via, piantando e rischiando tutto, per altri 15 mesi. Non c’è più l’appoggio di Padre Cortese! Tornerò a Rovigo il 5 giugno 1945”.
Marina Milan, una sua allieva la ricorda “severissima, temibilissima... eppure la porto nel cuore. Ha abitato in viale Trieste per lunghi anni, insegnante di lingua francese al liceo scientifico Paleocapa fino alla pensione. La professoressa D'Angeli resterà per sempre tra i miei migliori ricordi del liceo. Preparatissima, all'avanguardia nella didattica, esigente, temutissima a scuola eppure tanto affettuosa quando, difficilmente, riusciva a dimostrarlo... Una donna grandissima”. Dopo la pensione si recava spesso a leggere i quotidiani in biblioteca. Talvolta correggeva gli errori negli articoli col lapis blu e rosso! Nella segreteria dell'Accademia dei Concordi dettava gli articoli sulla letteratura francese per il trimestrale dell'Istituto, facendo ripetere più e più volte pronuncia ed accenti alla scrivente, ed ogni giorno, vedendola, riservava un commento alla sua acconciatura, un bijoux indossato, il colore dello smalto... [De Laurentis Ferdinando]