ROVIGO • “Per far fronte all’emergenza granchio blu serve la nomina di un Commissario straordinario per avviare campagne intensive di cattura, incentivando i pescatori, ripristinando gli habitat lagunari nel delta del Po e riavviando le attività di allevamento con una campagna di semina”.
È la richiesta avanzata dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini in una lettera al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. “Nonostante gli importanti interventi intrapresi dal ministero – si legge nella missiva - la situazione continua a destare forte preoccupazione e malessere tra gli operatori del settore”. Una situazione che tiene in apprensione solo nel Delta del Po oltre 2.000 tra molluschicoltori e pescatori, con una gran parte dei dipendenti delle cooperative e dei consorzi che si trovano in cassa integrazione e con una difficoltà per gli addetti delle ditte individuali che non possono beneficiarne.
“L’esigenza è legata alle richieste del territorio – aggiunge Carlo Salvan, Presidente di Coldiretti Rovigo e Veneto – per avere risposte tempestive rispetto ad un vero flagello per un settore economico di rilevanza per le province di Rovigo e Venezia. A rischio ci sono tuttora migliaia di posti di lavoro e le filiere economiche che devono essere preservate per il valore che rappresentano – continua Salvan -. Purtroppo, non si parla più solo di ingenti danni, ma del quasi totale azzeramento della biodiversità marina locale: un patrimonio identitario inestimabile”.
“L’impatto – fa sapere Coldiretti Impresa Pesca - si riscontra nell’Alto Adriatico interessando le regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia-Romagna, il centro e sud Adriatico sono al momento solo lambiti dal problema. Le aree di produzione ittica maggiormente danneggiate, con produzioni ridotte fino all’80%, sono quelle delle lagune, sacche, e fascia costiera dove sono presenti i più grandi allevamenti di molluschi bivalvi (vongole e mitili) d’Europa”.
“Il ministero, come si legge nella lettera inviata dal presidente Prandini, ha già stanziato prima 2,9 milioni di euro per la cattura e smaltimento del granchio blu e successivamente 10 milioni per l’acquisto di seme e messa in protezione degli allevamenti, risorse utili ma non risolutive”, calcolando che il danno, come sottolinea Coldiretti Impresa Pesca, si ipotizza possa aggirarsi intorno ai 200 milioni, ma la valutazione non è ancora definitiva visto che il fenomeno è tuttora in corso.
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