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Fare arrivare la memoria dell’eccidio di Villamarzana sui libri di storia e di scuola

ROVIGO •  Fare arrivare la memoria dell’eccidio di Villamarzana sui libri di storia e di scuola, oltre che alla ribalta nazionale, come è giusto che sia.

Per vari motivi. Per le sue terrificanti dimensioni: 42 fucilati, 25 dei quali minorenni. Per il fatto che è una delle peggiori a livello nazionale. Perché vide Italiani, fascisti, uccidere italiani, civili, senza l’intervento dei nazisti. Perché è giusto che il Polesine veda riconosciuto, come a oggi non è avvenuto, il tributo di sangue versato per la Liberazione.

Questo l’appello lanciato nella mattinata di sabato 25 gennaio, nella sede del Pd Rovigo, nell’ambito dell’iniziativa organizzata da Nadia Romeo, deputata Pd, rodigina. E’ per questo che, ieri martedì 28 gennaio, nella sala stampa della Camera dei Deputati, si è tenuta la conferenza stampa “La strage dimenticata – 80esimo anniversario dell’eccidio di Villamarzana”.

Hanno partecipato, oltre a Romeo, la presidente del gruppo parlamentare Chiara Braga, il sindaco di Villamarzana Daniele Menon; il sindaco di Castelguglielmo, il cui territorio fu colpito dal tremendo rastrellamento precedente la strage, Giorgio Grassia; il sindaco di Fratta Polesine Giuseppe Tasso, nipote di quel maestro Giovanni Tasso fucilato quel 15 ottobre del 1944, dopo avere in ogni maniera cercato di offrirsi come vittima per salvare i tanti ragazzi e ragazzini che, invece, furono a loro volta massacrati. E l’avvocato Lorenzo Pavanello, di Rovigo, che, dopo approfonditi studi, ha preparato una piece teatrale sull’accaduto.


 

“Il nostro intento – ha spiegato Romeo – è ben chiarito dal titolo dell’iniziativa: ‘La strage dimenticata’. Riteniamo che un episodio di questa gravità debba trovare spazio, come a oggi mai è avvenuto, anche sui libri di scuola e a livello nazionale, per perpetuare la memoria e fare sì che nulla di simile possa ripetersi”.

“Onestamente – ha proseguito il sindaco di Villamarzana Menon -  pensavo che, in occasione dell’80esimo anniversario della strage, che coincideva con il centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti, sarebbero arrivate una visibilità e una valorizzazione diverse di questo episodio, a oggi indagato sì, ma sempre in ambito locale. Non è accaduto. Sta a noi, allora, darsi da fare affinché accada”.

Toccante la testimonianza del sindaco di Fratta Polesine Tasso, cresciuto col racconto dello zio fatto dai familiari. “Perpetuare la memoria è fondamentale – ha ribadito – Però, facendolo sempre come mi ha insegnato mia mamma. Mai con rabbia, perché, altrimenti si correrebbe il rischio di essere di diventare come chi, quel giorno, sparò. Ma con serenità. Perché la serenità di giudizio è e sarà sempre la peggiore delle condanne per i responsabili”.

Sull’importanza di una conoscenza di livello nazionale dell’accaduto si è soffermato anche il sindaco di Castelguglielmo Grassia. “I fatti – ha esordito – sono ormai stati chiariti, approfonditi e indagati. Sappiamo cosa successe, e sappiamo che il Polesine ha pagato, alla Liberazione, un altissimo tributo di sangue, che, però, non è stato riconosciuto come avrebbe meritato. Crediamo, allora, che sia il momento di portare questa tragedia sui libri di testo e sui libri di scuola, perché non abbia più a verificarsi”.


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