ROVIGO • Sempre meno neve, gli studi più recenti lo confermano.
La ricerca, che somma 30 anni di monitoraggi costanti, è stata pubblicata sulla rivista internazionale “Nature” e vede l’Autorità distrettuale del fiume Po capofila in partnership con Università di Trento e Waterjade.
Si rileva come nel periodo si consolidi la tendenza nel distretto del Po e soprattutto sotto i 1300 metri.

Stimare la disponibilità di acqua sotto forma di manto nevoso alla fine dell'inverno è di estrema importanza in un Distretto Idrografico come quello del fiume Po, in cui si fa un ingente ricorso all'utilizzo di acqua per l’irrigazione delle colture: meno neve infatti significa meno acqua nei fiumi soprattutto durante l'estate.
Calcolare la quantità di acqua caduta in un Distretto Idrografico sotto forma di manto nevoso nel corso di un anno idrologico non è semplice. Per poterlo fare, occorre disporre di mappe, a passo almeno mensile e relative ad un periodo di tempo significativamente lungo, rappresentative della neve caduta in un determinato territorio. Le informazioni cronologiche e spaziali fornite da queste mappe, infatti, sono estremamente utili per ottenere una rapida panoramica dei luoghi dove l'altezza media del manto nevoso in un dato mese o anno idrologico è stata superiore, uguale o inferiore rispetto alla media stimata su di un periodo di riferimento. Queste mappe costituiscono anche una base importante per descrivere l'evoluzione del manto nevoso in un determinato periodo.

Poter stimare la disponibilità di acqua sotto forma di manto nevoso alla fine dell'inverno è di estrema importanza in un Distretto Idrografico come quello del fiume Po in cui si fa un grande ricorso all'utilizzo di acqua ai fini irrigui perché meno neve vuol dire anche meno acqua nei fiumi soprattutto durante l'estate.
Per questo motivo ADBPO-Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, Università di Trento e Waterjade Srl hanno recentemente realizzato uno studio sulla distribuzione spaziale dell'equivalente in acqua della neve (Snow Water Equivalent – SWE) calcolato a scala giornaliera per gli anni che vanno dal 1991 al 2021. L'SWE è una grandezza fondamentale per quantificare la quantità di acqua accumulata, conservata sotto forma di neve, e quindi potenzialmente disponibile su un territorio soprattutto durante i mesi estivi. Questa quantità, infatti, rappresenta il volume di acqua potenzialmente ottenibile dalla fusione completa di 1 m3 di neve e viene calcolata come rapporto tra densità della neve e densità dell'acqua (fissata pari a 1000 kg/m3) moltiplicato per l'altezza della neve. Data la rilevanza scientifica del lavoro svolto – nell'area in esame non era mai stata effettuata una ricostruzione dello Snow Water Equivalent così estesa, sia spazialmente che temporalmente, definita ad una risoluzione così elevata – i principali risultati dello studio sono stati pubblicati su “Nature – Scientific data”, una prestigiosa rivista di settore. L'articolo, dal titolo “30-years (1991-2021) Snow Water Equivalent Dataset in the Po River District, Italy”, riporta la metodologia seguita per ricostruire la serie storica di SWE su tutto il territorio montuoso del Distretto con una risoluzione spaziale di 500 m2.
L'articolo è consultabile a questo link (https://www.nature.com/articles/s41597-025-04633-5) e riporta nel dettaglio l'attività svolta, dalla raccolta dei dati (dati puntuali meteorologici, dati geomorfologici, dati spaziali e dati satellitari) alla raccolta delle informazioni e degli elaborati precedentemente esistenti sull'argomento (si vedono le mappe di copertura nevosa di Eurac Research), allo svolgimento delle elaborazioni e delle simulazioni, fino alla validazione dei risultati ottenuti. I dati prodotti sono visualizzabili tramite una serie di mappe dell'area interessata (formato raster), una per ogni giorno da ottobre a maggio, dal 1991 al 2021. Va inoltre sottolineato che questi dati sono consultabili e scaricabili (questa la repository dei dati: https://zenodo.org/records/11196628), altro elemento di fondamentale importanza sia per la comunità scientifica che per gli enti gestori della risorsa idrica.
Il lavoro effettuato rientra all'interno delle attività avviate nel 2021 in accordo con il Dipartimento della Protezione Civile, l'Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPo), la Regione Emilia-Romagna, la Regione Lombardia, la Regione Piemonte, la Regione Autonoma Valle d'Aosta e la Regione del Veneto per lo sviluppo e l’aggiornamento della modellistica idrologica e di bilancio idrico utile allo svolgimento delle attività svolte dall’Osservatorio Permanente sugli utilizzi idrici, organo preposto al governo della risorsa a scala distrettuale. L'attività di ricerca ed elaborazione fin qui realizzata servirà, successivamente, come base per un'ulteriore calibrazione del sistema di modellistica idrologica – GEOframe - attualmente in fase di implementazione sul territorio del Distretto del Fiume Po, e per una successiva fase di analisi dei dati storici della copertura nevosa su tutta l'area montuosa all'interno del Distretto, soprattutto in funzione degli scenari di cambiamento climatico in atto.
“Purtroppo – ha sottolineato Francesco Tornatore, dirigente responsabile pianificazione e gestione usi della risorsa ADBPO –, la tendenza verso inverni con poca neve sembra si stia consolidando soprattutto nelle aree del Distretto situate al di sotto dei 1300 metri sul livello del mare. Al di sopra dei 2000 metri, invece, le altezze del manto nevoso in pieno inverno (da dicembre a febbraio) non mostrano una tendenza chiara, sebbene la maggior parte delle stazioni di misura mostri un netto calo dei giorni con suolo innevato, il cui principale responsabile è un disgelo nevoso più precoce in primavera. Anche la comparsa tardiva della neve in autunno produce i suoi effetti soprattutto sulle stazioni situate alle quote più basse”.
Lo studio condotto dall'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, Università di Trento e Waterjade Srl consentirà di capire se le osservazioni effettuate negli ultimi anni siano effettivamente il risultato di una tendenza alla riduzione della disponibilità di risorsa in forma di neve statisticamente significativa o meno.
LA STORIA DI ARCHIMEDIA
ESPLORATORI DELLE VIE DIGITALI DAL 1995
Fondata nel marzo del 1995, l’azienda rodigina ha attraversato tre decenni di innovazione, anticipando le tendenze e portando nel territorio e oltre i confini nazionali soluzioni tecnologiche all’avanguardia. Dalla creazione dei primi siti web in un’epoca in cui le aziende chiedevano ancora il fax, fino all’intelligenza artificiale integrata nel marketing digitale, la storia di Archimedia è un viaggio costante nel futuro della tecnologia digitale.
Le Origini: La Visione di un Futuro Digitale
Il nome Archimedia nasce dalla fusione di “Archiviazioni Multimediali”, un concetto che già negli anni ’90 anticipava la trasformazione digitale. Nel 1995, l’azienda sviluppa il primo software per Confindustria, permettendo di distribuire rassegne stampa digitali tramite modem. Un’innovazione che segnava l’inizio di un percorso fatto di intuizioni pionieristiche. Nello stesso anno, Archimedia è la prima azienda a portare i provider internet in provincia di Rovigo, introducendo connettività e posta elettronica per le aziende locali.
Gli Anni 2000: L’Evoluzione Digitale
Con l’inizio del nuovo millennio, Archimedia si afferma come partner strategico per lo sviluppo digitale delle imprese. Nel 2003, realizza un avanzato CMS per l’Università Ca’ Foscari, digitalizzando 4 facoltà e 16 dipartimenti, con una gestione di oltre 200.000 pagine visitate al giorno, numeri importanti per l’epoca. Nel 2006, sviluppa il primo sistema di Home Banking per Ciscra, seguito nel 2007 dalla digitalizzazione del Comune di Verona, un progetto rivoluzionario che centralizzava la gestione di tutti i siti e servizi pubblici in un’unica piattaforma.
Archimedia non ha mai smesso di esplorare nuove frontiere tecnologiche. Nel 2010, è tra le prime realtà italiane a sviluppare applicazioni mobili, mentre nel 2011, durante la prima edizione di Art Night a Venezia, presenta un’App con realtà aumentata per la visita interattiva della città.
Inbound Marketing, HubSpot, AI e Certificazioni
Arriviamo al passato recente. Nel 2014, Archimedia è tra le prime aziende italiane a introdurre HubSpot e l’Inbound Marketing nel mercato nazionale, rafforzando la propria presenza internazionale con viaggi formativi presso la sede europea dell’azienda a Dublino. Nel 2017 arriva il riconoscimento come Platinum Partner di HubSpot, confermando la leadership dell’azienda nel settore del digital marketing.
In questi ultimi anni, Archimedia conserva lo sguardo proiettato in avanti: continua a investire nella crescita e nella formazione, ottenendo nel 2023 la certificazione ISO 27001 e l’abilitazione alla progettazione ed erogazione di corsi di formazione digitale certificati con blockchain.
ARCHIMEDIA PER IL TERRITORIO
Oltre alla digitalizzazione, Archimedia ha sempre avuto una forte vocazione per la crescita del territorio. È tra i promotori di eventi culturali e formativi come il TEDx Rovigo e sostiene importanti realtà sportive locali, tra cui Rugby Rovigo Delta.
Un’azienda che interpreta l’innovazione come cambiamento positivo nella comunità in cui opera.

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