FRATTA POLESINE – Grande successo per la pièce Il mio Matteotti, tenutasi lo scorso sabato sera alla Casa Museo Giacomo Matteotti di Fratta Polesine, alla presenza di tante autorità e un numeroso pubblico che ha notevolmente apprezzato il lavoro critico e storico proposto per raccontare la vita di un uomo che ha fatto la Storia, che si è battuto per il Polesine e che è stato barbaramente ucciso nel 1924.
Con pochi mesi d’anticipo, dunque, dalle celebrazioni per il centenario dalla sua scomparsa, Proposta Teatro Collettivo, con la regia di Giorgio Libanore, su scrittura di Achille Ferrari, ha voluto proporre alla cittadinanza un lavoro di teatro civile che riprendesse le passioni di Matteotti, come ha spiegato lo stesso Ferrari, voce narrante del reading teatrale, quella politica, quella civile, ma anche quella amorosa per la sua amata Velia. La voce di Giacomo Matteotti è stata drammatizzata da Paolo Zaffoni, che con impeto e forza, ha riproposto anche i discorsi pronunciati in Parlamento dal politico che tanto si è battuto per la libertà in funzione antifascista. Le voci femminili, in particolar modo quella di Velia, sono state trasmesse da Marisa Migliari.
Velia è ritornata, attraverso le lettere, che scriveva al marito e compagno di lotta, nonché a quelle che lo stesso Matteotti scriveva a lei.
Interessanti gli stacchi musicali, su studio di Enzo Bellettato, proposti a chitarra e voce dalla musicista e docente Chiara Crepaldi. Canzoni popolari, sentite visceralmente, che parlano del delitto Matteotti, facendolo attraverso proprio le voci del popolo e il furore della lotta. Lo spettacolo è stato intervallato da immagini e video, frutto di ricerca storica di Giorgio Libanore e Renata Zambello. Insomma, un lavoro fatto da una grande squadra, molto apprezzato dal pubblico nonché dalle autorità presenti, in particolar modo dal sindaco di Fratta Polesine, Giuseppe Tasso e da Gianpaolo Romanato, presidente del Comitato Scientifico Casa Museo Giacomo Matteotti, che ci fa riflettere sul concetto di libertà, sulla politica intesa come appartenenza ad una comunità, sulla necessità ancora oggi di ricordarci quanto sia fondamentale vivere in un Paese civile e in uno Stato democratico.