ROVIGO - IL CONTE E IL CARDINALE. I capolavori della Collezione Silvestri
Rovigo, Palazzo Roncale / 30 novembre 2023 – 10 marzo 2024
Quando de Silvestri lottò per far riconoscere Rovigo come Città. Rovigo nei primi decenni del Settecento era poco più di un paese. Il capoluogo del Polesine, all'epoca, era Adria, dove risiedeva anche il vescovo.
Quando venne pubblicato un saggio sulla Serenissima Repubblica, volume nel quale di Rovigo non era citata tra le Città della Repubblica, al nobiluomo rodigino Carlo de Silvestri venne la mosca al naso.
Così, presa penna e calamaio vergò un appassionato documento, poi affidato ad uno stampatore e diffuso con il titolo “Lettera informativa circa la vera condizione della Città di Rovigo del sig. Co: Carlo Silvestri cittadino della Medesima”. Uno scritto dove, con orgoglioso puntiglio, il conte de Silvestri sottolineava il prestigio artistico e la vitalità della sua Rovigo, prestigio che, a suo parere, giustificava, anzi reclamava, a Rovigo il riconoscimento di Città.
In epoca settecentesca, Rovigo contava su una popolazione di 5500 abitanti, con 1181 nuclei familiari.
I cittadini nobili erano 57, 54 i borghesi, 117 i “questuanti”, ovvero le persone che andavano chiedendo la carità nella pubblica via o comunque indigenti. Nonostante una situazione economica oggettivamente depressa, il borgo poteva contare su un Monte di Pietà, un ospedale, un Lazzaretto, su ricoveri per vecchi e per orfani. Numerosi, e spesso in ottima salute economica, erano i monasteri e i conventi, sia maschili che femminili, e molte e rilevanti le confraternite attive in città.
Cenacoli culturali, dediti a studi umanistici ma anche scientifici, erano attivi presso diverse istituzioni pubbliche, l’Accademia dei Concordi, innanzitutto, ma anche presso i salotti di alcune famiglie rodigine che intrattenevano relazioni e scambi le più importanti personalità culturali italiane del tempo.
Tutti motivi che, stando al nobiluomo de Silvestri, dovevano garantire a Rovigo il pubblico riconoscimento di Città alla stregua di Venezia, Padova o Vicenza. Il riconoscimento in effetti ci fu, ma molto tempo dopo. Fu infatti il Governo del Regno Lonardo Veneto a fregiare Rovigo dell’ambito riconoscimento. Correva l’anno 1815.