ROVIGO - Serata a tinte rossoblù all’Hotel Cristallo per la conviviale del Panathlon Club Rovigo di giovedì 9 novembre scorso. Una serata Interclub, con gli amici del Panathlon Club di Adria Delta Po.
Ospiti del presidente Gianpaolo Milan: l’head coach della FemiCz Rovigo, Alessandro Lodi, il tecnico della mischia Davide Giazzon, Joe Van Niekerk tecnico della difesa e della Borsari Badia, capitan Matteo Ferro e il presidente Francesco Zambelli.
Prima della conviviale alcuni adempimenti formali del club, con l’elezione dei nuovi organi sociali per il biennio 2024-2025. Il passaggio ufficiale di consegne sarà fatto in seguito, ma la notizia è che la nuova presidente del Panathlon club Rovigo sarà Pia Poliero. Nel corso della convivale si è registrato anche l’ingresso di un nuovo socio, è Paolo Bernardinello. Un passato da calciatore, ha scelto di allenare nel settore giovanile per il valore educativo dello sport. Tecnico con abilitazione Uefa B, C e D, è entrato a far parte dello staff della Figc regionale. Segue il progetto Evolution Programme, che a livello nazionale viene poi declinato ambiente locale. Attualmente è responsabile della Scuola Calcio Acv Canalbianco.
“Un allenatore di rugby vincente – rodigino doc”, questo il titolo della serata del Panathlon club Rovigo, dopo 59 anni un polesano è tornato in vetta all’Italia ovale guidando i Bersaglieri. Un allenatore vincente, non solo nel massimo campionato italiano, ma frutto di un percorso iniziato da lontano. Da atleta uno scudetto vinto nell’U18 guidata da Marzio Zanato che gli ha trasmesso la disciplina, poi due stagioni in prima squadra (intervallate da una parentesi extra polesana), e in testa già la volontà di allenare. Da Villadose ha iniziato il suo percorso qualche anno dopo, poi lo scudetto alla guida del Rovigo Under 18 nel 2016, e la promozione con il Badia in Serie A.
Ma la svolta nella stagione 2021-2022, Allister Coetzee, all’epoca tecnico dei Bersaglieri individua in Lodi (che nel frattempo seguiva l’U19) il suo assistente naturale per lavorare con i trequarti. Quando il sudafricano decide di lasciare Rovigo nella stagione seguente ad ottobre 2022, la scelta naturale è stata quella di affidare la squadra proprio a Lodi. Una scelta vincente, al patron Zambelli i cambi di panchina in corsa hanno portato sempre bene, come nel 2016 (Frati-McDonnell). Alessandro Lodi sceglie Joe Van Niekerk per la difesa, Davide Giazzon tecnico della mischia era già una garanzia assoluta (sue le giocate vincenti per la meta di Carel Greeff e Bautista Stavile nelle finali del 2021 e 2023 contro il Petrarca). Il terzetto porta il Rovigo dalla parte destra della classifica al vertice del campionato, poi a Parma il 28 maggio il miracolo è completo con lo scudetto numero 14.
La serata è stata condotta con la solita competenza dal giornalista Ivan Malfatto, coinvolgendo tutti gli illustri ospiti che hanno conquistato lo scudetto, patron Zambelli compreso.
“Dire di no era impossible, ma dentro di me avevo un dubbio - ha spiegato coach Lodi ripercorrendo i momenti che lo hanno portato sulla panchina dei Bersaglieri - sapevo di non avere un curriculum come Allister Coetzee o Umberto Casellato, eravamo sesti, ed avevo paura di essere il primo allenatore a non centrare i playoff dopo 10 anni. Però ci ho pensato meno di un minuto, quando il presidente Zambelli e il Ds Polla Roux mi hanno fatto la proposta”.
“La mia fortuna è stata di avere al mio fianco Giazzon, Peter Pavanello e Colin Allan come preparatori, poi abbiamo chiamato Joe Van Niekerk, il nostro affiatamento ha fatto bene alla squadra, i giocatori lo hanno capito. Sono dinamiche che non sono facili da spiegare, ma chi vive lo spogliatoio e lo sport lo capisce”. Le vittorie della svolta “Sicuramente a Calvisano e con il Petrarca in casa con il bonus nel girone di ritorno, sono partite che ti danno consapevolezza. Ma perdere certe partite in alcuni momenti è importante, per capire dove migliorare.Dopo aver vinto tutte le partite da gennaio, la sconfitta di Colorno nella prima semifinale ci è servito”. Sulla finale “il gioco del Petrarca era chiaro da anni, noi ci siamo concentrati sul nostro, dovevano capire che non mollavamo, sono partite che si giocano più sulla testa che sull’aspetto tecnico”.
Sulla finale l’aneddoto di Giazzon: “martedì sera prima della finalissima abbiamo preparato le fasi difensive, era sera tardi, c’era questa sensazione, difficile da spiegare, ma che gli avversari non sarebbero passati. Anche i ragazzi ne erano consapevoli”. Si chiama fame, nello sport serve come l’aria, la Rugby Rovigo il 28 maggio al Lanfranchi di Parma ne aveva da vendere.
Come ha sottolineato il vice presidente del Panathlon club Rovigo, Lello Salvan, le motivazioni del riconoscimento consegnato ad Alessandro Lodi sono evidenti “è nato a Rovigo e cresciuto sportivamente nel nostro territorio, cementandosi nella gloriosa tradizione rugbystica rodigina, è l’unico allenatore della storia della Rugby Rovigo ad aver vinto gli unici titoli maschili nazionali riconosciuti dalla Fir (U18 e seniores)”. Un tecnico capace di fare scelte coraggiose per il bene della squadra, lasciando fuori bandiere del club e cambiando assetto nei trequarti, dominando di fatto il campionato. “Un domatore” come lo ha definito Lello Salvan.
Coach Lodi ha spiegato come si fa a “domare” una squadra “Con un rapporto sincero ed onesto”. Poi ha lodato l’impegno di capitan Ferro “A dicembre si è dovuto operare al ginocchio, un altro giocatore avrebbe ritenuto la propria stagione conclusa, invece no. Matteo ha fatto di tutto per rientrare il prima possibile per supportare la squadra, eravamo in difficoltà in seconda linea, e il 5 marzo era già disponibile. E’ entrato dalla panchina, e il suo contributo è stato fondamentale con Edo Lubian. Non si gioca più in 15, tutti i 23 sono fondamentali nella strategia della partita, hanno messo davanti la maglia rossoblù e la squadra”.
“La sincerità e la lealtà sono fondamentali - ha spiegato capitan Ferro tre volte campione d’Italia nel 2016, 2021 e 2023 - quando è così è facile spiegare le cose, coach Lodi ha questa caratteristica. Nessuno ha mai vinto un campionato o una partita da solo, la squadra viene prima di tutto, ci sono delle gerarchie che vanno rispettate, le decisioni si accettano volentieri quando ci sono persone sincere che ti dicono le cose come stanno”. Parlando del campionato e del movimento ovale il capitano è stato chiaro “Ci vorrebbero più Rovigo, lo spero per le future generazioni e per i tifosi, mi reputo molo fortunato di aver fatto questa carriera in maglia rossoblù, di aver vinto 3 scudetti, e di aver fatto parte di una piccola parte della storia del club. Sono felice di averla condivisa con un allenatore di Rovigo, uno staff giovane che ha portato tanto entusiasmo, e che ha fatto la differenza”.
Il “ministro della difesa, il sudafricano ‘rodigino’ Joe Van Niekerk, dopo una lunga carriera da gladiatore in campo con la maglia rossoblù, ha brillantemente intrapreso la strada di allenatore. A Badia in Serie A sta facendo molto bene, a Rovigo al suo primo incarico ha vinto lo scudetto. Un progetto di collaborazione tra Borsari Badia e FemiCz Rovigo molto importante. Ben 12 giocatori di interesse sono stati dirottati da viale Alfieri a Badia Polesine per crescere. “Ho conosciuto Ale Lodi 5 anni fa, poi mi ha chiesto di dare una mano a Badia, e da li è iniziato un bel rapporto. Da quest’anno Rovigo e Badia hanno iniziato un progetto per sviluppare i giovani per creare una opportunità per i giocatori d’interesse. Un progetto importante per i ragazzi”.
In chiusura il patron Francesco Zambelli ha rimarcato che la vittoria dello scudetto “è il frutto di una tenacia, tutti insieme. Era giusto crederci, sembra facile, ma non lo è. Sulla carta, anche se eravamo davanti in regular season, il Petrarca poteva vincerlo”. Un progetto, quello di Lodi, blindato per tre stagioni dal patron Zambelli, probabilmente la scelta migliore degli ultimi 10 anni.