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In Accademia dei Concordi il passaggio di consegne da Boniolo a Bagatin

ROVIGO • Oggi in Accademia dei Concordi il passaggio di consegna delle chiavi della massima sede della cultura rodigina. Dopo l'elezione avvenuta lo scorso Novembre oggi all'Assemblea dei Soci Accademici nella prestigiosa Sala degli Arazzi dell'Istituto è avvenuto il passaggio ufficiale della Presidenza da Giovanni Boniolo a Pier Luigi Bagatin entrerà a pieno regime dal 18 Dicembre.

Il discorso di saluto del Dott. Boniolo

Carissimi e Carissime,

sto completando il ciclo vitale come Presidente dell’Accademia dei Concordi. Sono stati sei anni molto belli e densi che hanno portato esperienza e piacevolezza nella mia vita, nonostante le incombenze e i piccoli ostacoli di percorso che però devono pensarsi usuali dato il contesto. Sono stati anni che ho condiviso con un personale che ama l’Istituto e che mi ha aiutato enormemente assieme ai membri del Direttivo, con cui sempre ho condiviso progetti e decisioni. Sono stati anni in cui le istituzioni civili, militari e religiose nonché gli organi di stampa mi sono stati vicini e mi hanno permesso di lavorare al meglio. Grazie alla Fondazione CaRiPaRo, senza la quale non vi sarebbe ristrutturazione dei palazzi accademici e molto altro a Rovigo, fra cui le bellissime mostre di Palazzo Roverella e a Palazzo Roncale, queste dedicate ai nostri depositi culturali. 


 

Ora tocca al nuovo Presidente, dr. Pier Luigi Bagatin, e al nuovo Direttivo, cui auguro buon lavoro, sicuro del successo che avranno nei risultati che si porranno.

 

Non voglio menzionare ciò che ho fatto o ciò che non ho fatto. Ormai è storia e sarete voi e chi seguirà a fissarlo. Non mi piace neppure pensare controfattualmente ( “Se avessi potuto, allora avrei …”). Ho sempre ritenuto che ragionare in questo modo fosse segno di rammarico per le proprie insufficienze e le proprie frustrazioni. Ognuno fa quello che può, in funzione della capacità che ha, della personalità che ha, della forza interiore che ha, e vincolato dalle  condizioni ambientali (da intendersi in senso lato come ambiente fisico, economico, politico, umano ecc.) in cui opera.

L’Accademia ha un potenziale enorme e con essa Rovigo. Spesso questo potenziale è trascurato sia dai cittadini, giustamente occupati dalla loro vita quotidiana e consapevoli che non è compito loro governare, sia dagli amministratori, talora non sempre capaci di far fiorire i tesori che la città offre per una visione non sinergica del governo, o per ignoranza di ciò che si governa. Ma anche i soci e le socie talvolta faticano a pensarsi appartenenti a un Istituto la cui storia va oltre voglie individuali.

Permettetemi di sottolineare che accanto a conoscenze di uomini e donne di grande levatura umana e professionale, che mi sono assai cari, questi sei anni deliziosissimi sono stati anche impreziositi da divertenti intermezzi organizzati da chi ha pensato bene di rendere allegra, con pinzillacchere surreali, la vita del nostro Istituto, come testimoniano molti allegati ai verbali assembleari. Non li nomino, ma tutti conoscono il loro imperturbabile desiderio di esibire la loro “Seelenleben”, come si direbbe nel carteggio fra Josef Breuer e Sigmund Freud del 1895. D’altronde, questi, seppur divertenti macchiette polesane, possono essere polvere in un ingranaggio che però deve funzionare ugualmente per permettere la cooperazione con i realizzatori di sogni al fine di creare un luogo ove i nostri figli e le nostre figlie abbiano a vivere o a ritornare orgogliose e orgogliosi.

Ritornando a cose più serie, vorrei ricordare a noi tutti che siamo custodi di un deposito culturale di enorme valore che caratterizza, assieme all’unicità del territorio in cui si loca e del rugby che ivi si pratica, questa cittadina di provincia in modo del tutto distintivo. Solo la continua valorizzazione di tale deposito culturale, che può comportare anche lottare contro istituzioni recalcitranti a riconoscere l’oggettività lasciataci dalla storia, può far sì che Rovigo non ingrigisca e sprofondi nel mare dell’anonimato provinciale.

Insomma, l’Accademia può e deve essere sprone per la crescita della città, specie se i suoi soci e le sue socie lavorano per essa dimenticando idiosincrasie e se gli amministratori si accorgono che non ci può essere un futuro brillante e con identità se non radicandolo in un passato importante e in un deposito di bellezza, tutti presenti in Accademia.

Rovigo, infatti, ha bisogno di futuro, ha bisogno di ritrovare la sua identità, ha bisogno di visione, ha bisogno di felicità, ha bisogno di uomini e donne che facciano sperare in un domani meno grigio.

 

Buon Natale a tutti e a tutte, e buona vita.

Giovanni Boniolo