Aperta al pubblico la mostra organizzata dall'Associazione culturale I Luoghi dell'Abbandono: Il Silenzio Assordante di Chernobyl nell'Ex Manicomio di Granzette. Una mostra multisensoriale molto delicata che fa immergere nel luogo i visitatori a distanza attraverso l'accurata esposizione di oggetti, fotografie e racconti, video e installazioni della zona colpita dalla tragedia mondiale. Quello che non ci è stato detto qui è raccontato
[edit:Loris Slaviero]
Vedere questa mostra farà riflettere ancora più da vicino.
In molti già dalle prime ore del pomeriggio (13 Luglio 2019) si sono recati al Padiglione A nella struttura di Granzette. Molti da fuori provincia, qualcuno è partito dalla Puglia per visitare la mostra. L'importanza di poterla vedere qui a Rovigo raccontata nel dettaglio da numerosi reperti originali usati all'epoca del disastro, fa conoscere l'entità dell'accaduto e l'impatto collaterale che ha avuto nelle persone, nella fauna e nella flora.
Il più grave incidente nucleare della storia, il disastro di Chernobyl, viene proposto a Rovigo 33 anni dopo l'esplosione del reattore numero 4 della centrale a 120 km da Kiev, con una mostra realista ed un viaggio esattamente così come sarebbe andare di persona sul luogo.
Il percorso tra le varie stanze della struttura rodigina ospitante la mostra è in pratica un condensato di luoghi, edifici ed aree dove si sono raccolte in mostra porzioni delle testimonianze visive nelle aree colpite. Quello che si percepisce così come ci viene spiegato e come noi stessi abbiamo sentito è la realtà. A volte rumorosa per la vastità d'informazioni presenti oltre per i numerosi contatori Geiger che si sentono nei video di repertorio, e il silenzio dell'assenza umana causata dal vuoto lasciato nei luoghi. La musica d'effetto contribuisce alla miglior sensibilizzazione.
Sembra di essere dentro il luogo dell'incidente, dentro le sensazioni che Devis Vezzaro ha visto ed ha voluto trasmetterci dopo diverse visite nelle zone colpite. Ma non solo le numerose raccolte permettono di dare una visione più ampia della causa-effetto dell'esplosione. E' quanto di più vero lo conferma anche la ragazza ucraina Kateryna Lupych guida turistica di eventi venuta a posta per visitare la mostra. In Ucraina si vuole dimenticare, esiste un museo ma è freddo, non alimenta la memoria e ancor meno racconta, sembra cosa passata quasi non si voglia farla ricordare. Si può capire.. ma non può così servire al futuro. Una memoria ha lo scopo di non far dimenticare se viene presentata con una forza emozionale. Altrimenti resta e rimane acqua distante dalle nuove generazioni. Villaggi e paesi interi abbandonati. Un incubo di queste proporzioni non può certo essere paragonato ad una guerra mondiale, ma nemmeno può essere considerato un semplice incidente. Per i giovani soprattutto, per il futuro. Per chi ha vissuto la testimonianza dell'epoca lo ricorda bene. A distanza di anni emergono malattie o sintomi che sono causa di quell' - inquinamento -. Ecco una parola chiave, l'inquinamento dalla materia radioattiva ha creato morte e distruzione, e ancor oggi è simbolo di paura. Chi abita nei paesi vicini non vuole nemmeno avvicinarsi tant'è il timore. Ma è una paura che viene tramandata senza un reale ricordo raccontato. E' meglio cioè non ricordare che sapere. Abbiamo sofferto abbastanza, così dice Kateryna di ciò che sente tra la gente. Altra cosa riferita ai giorni nostri, per dare il numero dei visitatori coinvolti nei tour, circa 43mila persone al giorno si sono recate da tutto il mondo a vedere la zona e molte di più a breve dopo il film uscito di recente su Sky Cinema.
Il problema che si presenta al turismo di massa è il non rispetto che i visitatori hanno nei confronti del luogo. Spesso alle guide viene chiesto se c'è altro da vedere perchè si aspettano cose diverse, più drammatiche il disastro o una misura più eclatante. Pensavano un altra cosa... non hanno percepito o capito prima di partire ciò che andavano a visitare. Questo è quello che si respira qui ha detto Kateryna, il rispetto.
Quello che ci sta dietro ad una storia, le persone coinvolte... e quello che speriamo nel volerci dilungare qui possiamo aver minimamente contribuito a darvi.
Il percorso dura circa 2 ore, se vi soffermate nelle stanze per focalizzare le documentazioni riportate i tempi si allungano. Noi consigliamo assolutamente di fermarvi a leggere la stanza della cronistoria, tutta, per meglio uscire consapevoli e istruiti su ciò che nel suo insieme va ricordato. Non si può non sapere, non si può non conoscere, non si può non ricordare.
Noi ci fermiamo qui. A voi la visita!