ROVIGO • Il caso IRAS continua a far discutere e in questo periodo diventa caso politico/elettorale.
Il pensiero d'azione di Gaffeo e della cordata Ostanel, Baldin, Lorenzoni, Guarda del gruppo Il Veneto che Vogliamo.
GAFFEO: SU IRAS SERVE DIRE LA VERITA’
Edoardo Gaffeo, sindaco uscente e candidato alle prossime elezioni amministrative, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Sfatiamo un mito: non è vero che una campagna elettorale sia l’occasione giusta per giocare a chi la spara più grossa. Al contrario, dovrebbe essere il momento nel quale si presentano ai propri concittadini proposte serie e credibili, sapendo di cosa si parla”.
“Su Iras credo si utile ricordare che: l’Emilia Romagna (ER) è una regione diversa dal Veneto e nell’ambito socio-sanitario-assistenziale questo conta, ma proprio tanto.
L’ER ha adottato una legge di riforma delle IPAB nel lontano 2003 (L.R. 23-2003), ripresa poi da una Delibera del Consiglio Regionale l’anno successivo (n. 623/2004), con la quale si procedeva alla “[…] trasformazione delle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficienza in Aziende Pubbliche di Servizio alla Persona”.
Pretendere di applicare una soluzione valida in ER ad un comune del Veneto senza che la norma qui vigente lo consenta è semplicemente impossibile. Almeno fino a quando la Regione Veneto non riterrà essere arrivato il momento di approvare la legge regionale di riforma delle IPAB di cui si discute da almeno una ventina d’anni, ma che finora non è mai approdata in aula”.
“Se anche – continua Gaffeo - fosse, ipoteticamente, percorribile la costituzione di una nuova società di capitali di proprietà al 100% del Comune, affinché questa gestisca i servizi socio-assistenziali tipici di una RSA, il tema del personale dovrebbe essere affrontato solo dopo la liquidazione di IRAS perché solo così sarebbe possibile invocare la “clausola sociale” che consentirebbe di preservare gli attuali contratti di lavoro, trasferendoli alla nuova realtà. Ma la liquidazione preventiva di IRAS la può decidere solo la Regione del Veneto, non il Comune di Rovigo.
E se anche questo accadesse – cioè che IRAS venisse volontariamente liquidata per consentire che i rapporti di lavoro potessero transitare verso una società di capitali costituita ex novo dal Comune, senza che una legge regionale renda obbligatorio tale percorso – ci si imbatterebbe nelle prescrizioni degli artt. 4 e 5 del Testo Unico in materia di Società a Partecipazione Pubblica (TUSP), così come modificati dall’art. 11 della L. 118/2022. Senza entrare nei tecnicismi, è necessario chiarire in via preventiva alla Corte dei Conti per quale motivo si propone di liquidare una società pubblica (IRAS, vedi sopra) per aprirne al suo posto un’altra, che fa esattamente le stesse cose.
IRAS ha deciso di abbandonare Casa Serena, continuando ad erogare i propri servizi solo presso il centro di San Bortolo, in quanto Casa Serena costituiva un centro di costo anti-economico (attorno ai 400mila euro di perdite secche su base annua). Per ristrutturare e rifunzionalizzare Casa Serena servono circa 30 milioni di Euro, stima protocollata degli UU.TT. del Comune.
Per ora mi fermo qui ma sono sicuro che torneremo ad occuparci della questione molto presto”.
Ostanel, Baldin, Lorenzoni e Guarda:
LA REGIONE VENETO E IL COMMISSARIO STRAORDINARIO REGIONALE SOSPENDANO LA PROCEDURA DI AFFIDAMENTO DEI SERVIZI AD UN SOGGETTO PRIVATO.
“La vicenda dell’IRAS si Rovigo si trascina oramai da troppi anni, ovvero da quando nel 2016 la Giunta regionale, a seguito di un procedimento di vigilanza e controllo sull’IRAS, aveva preso atto di accertate violazioni di legge e della situazione di estrema gravità in cui versava l'Ipab, ne aveva sciolto il Consiglio di Amministrazione e nominato un commissario straordinario regionale” denunciano i Consiglieri regionali Ostanel, Baldin, Lorenzoni e Guarda,, che hanno depositato una mozione sul tema.
“Sono quindi 8 anni che la Regione amministra l’IRAS attraverso un suo commissario che avrebbe, tra gli altri, anche il mandato di salvaguardare i servizi assistenziali erogati alle persone ospiti dell'Ente e affrontare le questioni riguardanti le risorse umane dell'Ipab e la sua dotazione organica, avviando conseguenti interventi operativi tesi a normalizzare la gestione dell'ente.
Invece, tutti questi anni non sono serviti a nulla, a nessun vero piano di rilancio realmente percorribile che non fosse quello di risanare l’ente a scapito dei servizi o del personale o del puro risparmio di gestione, anche a costo di lasciare macerie nella città di Rovigo.
E da qui l’annullamento unilaterale della convenzione con cui IRAS affittava dal Comune di Rovigo l’immobile di “Casa serena”, lasciando così un enorme vuoto urbano in città, o la solita operazioncina di piccolo cabotaggio di svuotare la missione e gestione pubblica dell’IRAS e l’intenzione di affidare la gestione dei servizi ad un qualche soggetto privato.” proseguono le Consigliere e i Consiglieri.
“Non è accettabile che questa IPAB pubblica, con una storia lunghissima e fondamentale per il territorio di Rovigo, prenda la strada della privatizzazione mascherata.
Per questo – concludono Ostanel, Baldin, Lorenzoni e Guarda - abbiamo presentato una mozione in Consiglio Regionale che chiede alla Regione e al Commissario di recedere dai propositi di affidare a privati i servizi dell’IRAS. Vedremo così se la maggioranza in consiglio regionale è quella che di facciata si dichiara contraria alle privatizzazioni dei servizi di cura ma poi è artefice di questi processi o se invece vorrà dimostrarsi coerente con quello che dichiara"
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