Protagonista della prossima mostra a Palazzo Roncale sarà sarà Dante Alighieri, partendo però da una storia tutta polesana, quella della Quercia cui il Poeta ha legato il suo nome.
Si tramanda infatti che Dante, smarritosi nell’intrico del Delta, per ritrovare la strada si sia arrampicato su una possente quercia. Quel gigante, da allora conosciuto come la “Quercia di Dante”, è sopravvissuto sino al 2013.
LA QUERCIA DI DANTE
Palazzo Roncale / Piazza Vittorio Emanuele II Rovigo
dal 28 febbraio al 28 giugno / 2020
Orario:
da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 19.00
sabato, domenica e festivi dalle 9.00 alle 20.00
Al Roncale sarà illustrata la storia della celebre Quercia, esponendone anche un corposo frammento e il “sudario”.
Nella medesima sede il Poeta sarà celebrato da diverse iniziative, a partire dalla mostra (a cura di Alessia Vedova, Mauro Carrera, Barbara Codogno, Virginia Baradel) “Visioni dell’Inferno”. In essa, ciascuno dei 33 canti sarà accompagnato dalle illustrazioni realizzate da 3 grandi artisti: Gustave Dorè, Robert Rauschenberg e Brigitte Brand. Il progetto è completato da conferenze e altri eventi in corso di programmazione.
Introduzione alla mostra
Anticipando le imminenti Celebrazioni Dantesche, la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, il Comune di Rovigo, l’Accademia dei Concordi, il Parco Regionale del Delta del Po Veneto (Riserva della Biosfera MAB Unesco), il Comune di Ariano nel Polesine, insieme ad altre istituzioni territoriali e nazionali, hanno dato vita ad un progetto del tutto originale dedicato a Dante e alla mitica “Quercia di Dante”, un albero possente che dominava il paesaggio del Delta del Po.
Secondo la vulgata, che forse non ha alcuna radice storica ma che in Polesine è assunta a “dogma”, il Poeta dovrebbe la propria salvezza a questo gigante verde.
Si tramanda infatti che Dante, rientrando da una ambasceria a Venezia, si sia smarrito nell’intrico di acque e boschi del Delta. Per ritrovare la strada, si sarebbe arrampicato su un albero particolarmente possente, individuato nella colossale “Grande Rovra di San Basilio”. “Rovra”, in polesano, sta per quercia o farnia. Nello specifico, il monumentale esemplare di Quercus robur che dominava l’argine del Po di Goro, nei pressi di San Basilio. Un albero che risulta citato, per la sua altezza e maestosità, in un atto notarile del 1548.
Nell’estate del 1321 Dante sarebbe realmente transitato per San Basilio, ospite dell’Hospitium gestito dai Monaci di Pomposa.
La Rovera di Dante oggi non domina più il paesaggio del Delta. Nel 2013 il tempo ha avuto la meglio sul Patriarca del Delta, un albero alto più di 26 metri, con un tronco che per essere abbracciato richiedeva 10 bambini o 6 adulti. Per il Polesine fu la perdita non solo del decano dei suoi alberi ma di un simbolo particolarmente amato.
A Rovigo, a Palazzo Roncale, una mostra rievocherà la storia della “Grande Quercia”, proponendo immagini dell’albero e della sua caduta, esponendo anche una “reliquia” del Patriarca e insieme a un’opera che Miranda Greggio realizzò intorno al tronco abbattuto, ricavandone una specie di “sindone”.
All’Omaggio alla Grande Quercia si affiancherà un Omaggio al Poeta.
Il suo fulcro sarà la mostra “Visioni dell’Inferno”, rievocazioni della prima Cantica affidate a tre artisti internazionali, uno per ciascuno degli ultimi tre secoli.
L’Inferno in versione ottocentesca non poteva che essere quello, universalmente noto, del francese Gustave Doré, di cui in mostra sarà l’intero corpus di 75 tavole.
Per evocare l’Inferno in versione novecentesca, sono state riunite le immagini di “Dante’s Inferno (1958–60)” dello statunitense Robert Rauschenberg.
Un’artista donna, la tedesca Brigitte Brand è stata, infine, chiamata ad illustrare, con un’opera originale, una sua visione dell’Inferno oggi. L’artista proporrà in mostra anche un suo Omaggio alla Grande Quercia.
Per questo progetto, dall’Accademia dei Concordi e dalla Biblioteca del Seminario Vescovile di Rovigo emergeranno e verranno esposte anche alcune preziose, antiche edizioni della Commedia, mentre un corner sarà riservato all’originale volume “L’Inferno di Dante. Una storia naturale” (Mondadori, 2010) illustrato e commentato da Patrick Waterhouse e Walter Hutton, due giovani artisti in residenza a Fabrica, il laboratorio creativo di Benetton. Un ulteriore corner esporrà l’“Inferno di Topolino” del 1949, disegnato da Angelo Bioletto e sceneggiato da Guido Martina in terzine dantesche. Un omaggio davvero originale a Dante è quello del maestro mangaka più famoso al mondo, Go Nagai, che ha reinterpretato da par suo la Divina Commedia. La mostra ne propone alcune tavole.
Il progetto “La Quercia di Dante” non si limita però alla sola mostra.
Nel corso della rassegna sono in calendario incontri con uomini di pensiero per stimolare originali visioni e riflessioni intorno all’Inferno dantesco, la cui lettura integrale è prevista a maggio, nel corso di una lunga maratona.
Un’attenzione particolare verrà riservata proprio all’albero simbolo del progetto, la Quercia o “Rovera” di Dante. Dalle sue radici divelte sono spuntati alcuni nuovi polloni. Con la collaborazione dei tecnici del Parco del Delta del Po Veneto e del Servizio Forestale Regionale, tra questi sarà selezionato un giovane esemplare destinato a perpetuare la memoria del passaggio del Poeta.
I visitatori della Mostra vengono invitati a scoprire i luoghi della Grande Quercia, nel territorio di San Basilio, nel comune di Ariano nel Polesine. Per immergersi un territorio davvero unico, per ammirare i resti di quello che fu uno dei più importanti porti del Mediterraneo.
Qui, le Dune Fossili, ricordano che un tempo il mare stava dove oggi c’è terraferma, anche se oggi si è allontanato di chilometri. Le rovine di epoca romana, i reperti conservati nel locale museo, confermano l’importanza di questa antica città. Sulle Dune sorge la chiesetta altomedievale dell’insediamento benedettino che accolse Dante. Dal pavimento dell’edificio sacro si intravvedono i resti di un precedente edificio.
Testimonianze di una storia che è ancora in parte da scrivere, come confermano gli scavi che stanno restituendo l’abitato etrusco. Il tutto immerso in un ambiente naturale di assoluta suggestione.
Di recente, Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini ha approvato la direttiva che istituisce per il 25 marzo la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri.
Il territorio della Grande Quercia
• San Basilio,tesoro archeologico e ambientale
Un “pellegrinaggio” nei luoghi della Quercia di Dante svela un territorio di grande bellezza e suggestione, sulla linea di confine tra Veneto ed Emilia, lungo l’asse del Po di Goro, nel Parco Regionale Veneto del Delta del Po.
Le Dune Fossili ricordano che a San Basilio (nel comune di Ariano nel Polesine) giungeva quel Madre Adriatico che doveva il nome alla vicina città di Adria. Con Adria e con la città di Spina, il porto protetto da questo sistema di dune era tra i maggiori del Mediterraneo.
Le testimonianze archeologiche che il territorio continua a svelare testimoniano insediamenti importanti già molto prima di Roma.
Le ambre qui rinvenute confermano l’intensità dei commerci con il nord del continente europeo, commerci che tramite il porto di San Basilio prendevano le vie della Grecia e del Mediterraneo.
I più recenti scavi, ancora in corso, stanno riportando alla luce l’abitato etrusco.
In epoca romana qui scorreva la Via Pupilia e in questo snodo fondamentale della viabilità nel Delta, proprio sulle dune fossili, in epoca paleocristiana sorse la chiesa di San Basilio, avamposto dei Benedettini di Pomposa.
Di una storia così illustre il territorio offre notevoli testimonianze: come la Chiesa stessa (IX secolo), con la pavimentazione in parte sostituita da vetrate per consentire di ammirare le rovine più antiche sottostanti l’edificio.
Poco discosto un Museo di grande fascino, con importantissimi reperti (in parte concessi dal vicino Museo Nazionale Archeologico di Adria, che è da non perdere) e in parte dal territorio. Qui una sezione è riservata anche alla Grande Quercia di Dante.
Al Museo è anche possibile noleggiare una bicicletta con la quale andare alla scoperta di un territorio che sotto il profilo ambientale e storico è tra i più affascinati dell’intero Polesine.
Il Museo è anche efficiente Centro Informativo in grado di proporre itinerari originali e di enorme suggestione.
Non serve né auto né bicicletta per giungere dall’avveniristica struttura che protegge un nucleo romano e paleocristiano dell’antico abitato.
Da qui, imboccando la strada alberata che porta all’argine del Po di Goro (uno dei pochi alvei originali, non rettificati) si può giungere al luogo dove svettava la Grande Quercia, oltrepassando una delle storiche Centrali di Sollevamento delle acque che hanno trasformato un ambiente malarico in fertile terreno agricolo.
Andando all’opposto, verso il Delta del fiume, imperdibile una tappa a Cà Vendramin, spettacolare Museo della Bonifica, con i possenti macchinari che hanno sottratto centinaia e migliaia di ettari al mare e al fiume.
Per chi voglia andare sino al vicino Adriatico, imperdibile una meta naturalistica d’eccezione: l’Orto Botanico di Cà Caleri, dove la flora e l’ambiente mediterraneo sono da sempre intatti. Da notare che ampie aree del Delta sono Riserva della Biosfera MAB Unesco per il loro interesse naturalistico.
Il tutto senza tralasciare un’escursione nel capoluogo del Comune di cui San Basilio è frazione, ovvero Ariano Polesine. Notevole la sua elegante piazza e davvero curioso un murale di enormi dimensioni che è, a suo modo, un spettacolare omaggio alla Grande Quercia.