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Presentazione della monografia dedicata a Mattia Bortoloni

ROVIGO • Martedì 13 maggio alle ore 18.00 a Rovigo, in Sala Arazzi di Palazzo Roncale, nell’ambito della mostra “Cristina Roccati. La donna che osò studiare fisica”, sarà presentata la monografia che Fabrizio Malachin, Direttore dei Musei Civici Trevigiani ed esperto del ‘700 Veneto, ha dedicato al rodigino “Mattia Bortoloni. Artista dell’estro pittoresco”. 

“Il ‘700 è il secolo d’oro delle arti a Rovigo: è il secolo della rinascita dell’Accademia (celebri i ritratti di Tiepolo, Nogari, Piazzetta, Longhi eccetera) e, se Cristina Roccati esprime il livello dell’attenzione alle scienze a Rovigo in epoca settecentesca, Mattia Bortoloni rappresenta il meglio di questa terra nel campo artistico” afferma Alessia Vedova, responsabile dell’ufficio patrimonio artistico ed evento espositivi della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, curatrice della grande mostra sul Bortoloni messa in scena in Palazzo Roverella nel 2010.

In occasione dell’incontro, in Sala Arazzi verrà esposta “L’elemosina di San Tommaso da Villanova”, di Mattia Bortoloni, dipinto patrimonio della Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi

La presentazione si svolge con il patrocino dell’Accademia dei Concordi.

Con l’autore, interverranno la dottoressa Alessia Vedova e il Presidente dell’Accademia dei Concordi, prof. Pier Luigi Bagatin.


 

A Fabrizio Malachin, oggi direttore dei Musei Civici di Treviso, sono serviti ben 25 anni, un pieno quarto di secolo, per mettere a punto la prima monografia completa di Mattia Bortoloni, (1696 – 1750).

Il suo è un catalogo generale raro e che resterà come una pietra miliare negli studi dell’arte del Settecento per almeno tre motivi principali: offre per la prima volta una visione completa dell’opera pittorica dell’artista (450 illustrazioni); comprende schede scientifiche di ciascuna opera certa (70 schede tra cicli e opere singole), perduta o di collocazione ignota (15 schede), dubbia o espunta (20 schede); raccoglie per la prima volta tutta la grafica (24 disegni certi e 18 respinti); è completa di apparati documentali, bibliografici fino agli indici di nomi, luoghi e soggetti. Insomma, una summa che racconta il genio polesano come mai prima.

 

Così lo racconta Malachin, autore della monografia.

“Estroso e bizzarro, politicamente scorretto. Bortoloni è un artista ancora poco noto al grande pubblico, eppure ricercatissimo, capace di ottenere commissioni di grande prestigio e di realizzare opere da primato. Sua la più grande decorazione al mondo a tema unitario nella maestosa cupola di Mondovì, ma i suoi capolavori si trovano in numerose ville e palazzi, chiese e collezioni dal Veneto all’Emilia pontificia, dalla Lombardia austriaca fino al Piemonte sabaudo. Un artista internazionale”.

“Si potrebbe immaginare addirittura che Venezia abbia provato a godere della sua attività, offerta alle famiglie politicamente più influenti, si pensi ai vari Clerici, Visconti, Casnedi eccetera, come dell’opera di un ambasciatore – un ambasciatore culturale. La Repubblica viveva del resto nel XVIII secolo un enorme paradosso: riconosciuta per la sua bellezza, lo splendore delle sue architetture e delle sue ville, la fama indiscussa dei suoi uomini di cultura (alcuni dei quali spinti peraltro verso l’esilio: Goldoni, Vivaldi, Tiepolo, Casanova, Bellotto, Crosato, Bortoloni…), ma lacerata dai ritardi e dalle inquietudini di uno Stato incapace di riformarsi. Bortoloni, al servizio di potenti legati anche alla massoneria, come si evince esaminando alcuni cicli ad affresco, poteva ben rivestire il ruolo di ambasciatore culturale della Serenissima”.

“La monografia rivela un pittore fecondo, un artista differente per natura e sensibilità, un genio del tutto autonomo e originale. Il frescante più gustoso, piacevole e sorprendente del Settecento, senza dimenticare Crosato e Tiepolo. Un tridente di campioni dell’affresco, una internazionale pittorica dalla parlata comune”.

 

Nel ricco volume edito da Biblos Edizioni con introduzione del professor Giuseppe Pavanello, la figura di Bortoloni emerge a tutto tondo, arricchendo così ciò che si era palesato nella mostra proposta dalla sua Rovigo nel 2010.

Il sontuoso frescante, innanzitutto, poi l’estroso pittore di pale d’altare e dipinti profani, ma anche abile disegnatore. I documenti e gli apparati consentono di seguire, e aggiornare, la sua attività.

Ingresso libero sino a esaurimento dei posti.


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