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RoRegeneration 2023. Il festival che rigenera i luoghi attraverso i linguaggi dell’arte urbana

ROVIGO – Dall’11 al 17 settembre prende il via la rassegna promossa dall’Amministrazione comunale RoRegeneration, il festival che rigenera i luoghi attraverso i linguaggi dell’arte urbana.

I ritratti di Mattia Zoppellaro, le trasfigurazioni ironiche di Clet sui cartelli stradali, la mappa di Marqusart, il live painting di Westermann, gli interventi di rigenerazione urbana: una settimana di mostre, musica, laboratori per favorire nuovi modi di percepire e di vivere la città.

foto Loris Slaviero ph.

Proporre i luoghi della città in una chiave diversa, usare l’arte nei suoi diversi linguaggi per “rigenerare” questi spazi. L’obiettivo è favorire nuovi modi di vivere gli spazi cittadini, di vivere la socializzazione. Si tratta di RoRe (“RovigoRegeneration”).

Dall’11 al 17 settembre si svolge a Rovigo la quarta edizione del festival promosso dall’amministrazione comunale che si compone di interpretazioni diverse dell’arte urbana, tra esposizioni di fotografia e arte contemporanea, live painting, naturografie e installazioni che raccontano il paesaggio del territorio e le fragilità climatiche di quest’epoca, live set musicali e concerti, trekking urbani, un documentario, incontri e conferenze, l’architettura del ‘900 a Rovigo con il coinvolgimento di ragazze e ragazzi degli Istituti secondari di secondo grado, e la realizzazione di un laboratorio di ricerca di eccellenza sulla fisica nucleare con la collaborazione dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dall'Università di Padova. E ancora arte di strada e laboratori.

Il festival è l’occasione per approfondire gli importanti progetti e investimenti di rigenerazione urbana, in parte finanziati con fondi del PNRR, che l’Amministrazione di Rovigo ha avviato e che cambieranno nei prossimi anni il volto del capoluogo polesano.

Con l'occasione sarà inoltre, possibile  scoprire la città di Rovigo e il suo patrimonio storico artistico grazie alla Rovigo CARD che consente di visitare i principali monumenti con agevolazioni anche per visitare le mostre in corso ai palazzi Roverella e Roncale. Info: www.terrefraadigepo.com

L'assessore alla Cultura Benedetta Bagatin ha sottolineato la valenza innovativa del Festival. “Siamo orgogliosi perché è un festival di grandissimo valore innovativo, che attraversa tutto ciò che riguarda la rigenerazione urbana. Cerchiamo di dare ulteriore lustro e visibilità ai luoghi del nostro territorio e cerchiamo anche di favorire in questi luoghi momenti di condivisione. Tutti gli eventi del festival possono rilanciare la città in una prospettiva diversa”.

“La nostra idea – ha affermato l'assessore all'Innovazione Luisa Cattozzo -, è di stimolare cittadini e visitatori del nostro territorio a diventare parte attiva nei processi di riqualificazione e di rigenerazione della città. Tentiamo di fare questo cercando di attivare una diversa percezione dei luoghi, degli spazi, attraverso l’arte urbana, i suoi diversi linguaggi che possono innescare una partecipazione emotiva, un coinvolgimento. 


Ci piace pensare che vivere i luoghi del proprio territorio possa innescare nuovi modi di vivere la socializzazione, la relazione con gli altri. E questo stare con gli altri forse può accrescere nel singolo una consapevolezza identitaria dei nostri luoghi”.

Soddisfazione anche dai vari soggetti coinvolti, presenti: Leda Bonaguro per la Fondazione Cariparo, Manuela Nissotti presidente Asm Set, Adriano Tolomei amministratore delegato di Ecoambiente, Cinzia Sivier presidente Uisp, Alessandra Avezzù presidente Ordine Architetti. Non ha potuto partecipare il presidente di Fondazione Rovigo Cultura, Roberto Mazzoni, che ha mandato un messaggio: “RO-REGENERATION Festival di arti urbane rigenerative, perpetua quell'intento di colmare e rigenerare i vuoti urbani che la Fondazione aveva già intrapreso, qualche anno fa, con la riapertura del Cinema Teatro Duomo.

La presa di coscienza del valore di un luogo va continuamente stimolata con ogni mezzo e sicuramente l'arte e l'innovazione, assi portanti del Festival, hanno il potere di scuotere le menti e lo sguardo e avviare a una consapevolezza nuova di appartenenza alla Città."


I ritratti e i luoghi di Rovigo nel reportage di Mattia Zoppellaro

I ritratti e i luoghi di Rovigo proposti dal fotografo Mattia Zoppellaro, rodigino di origine e milanese d’adozione, sono l'immagine del festival e offriranno un percorso culturale e sociale nella Rovigo di oggi e nella filosofia del festival. Le foto di Zoppellaro sono un bianco e nero che esplode di dettagli: «Il mio tipo di fotografia è sempre attratto dal concetto di comunità e dai rapporti che prendono corpo al suo interno».

“E’ ancora qui” è il titolo del reportage fotografico, realizzato con finalità culturale e sociale: oltre 150 scatti proposti negli spazi di pubblica affissione, che saranno proposti anche attraverso un trekking urbano. Un incontro-chiacchierata con Mattia Zoppellaro si svolgerà lunedì 11 settembre alle 19 nello spazio della Pescheria nuova in Corso del Popolo.

 

Le trasfigurazioni ironiche di Clet sui cartelli stradali

Ospite prestigioso di questa edizione del festival  è il celebre artista francese Clet che sarà a Rovigo il 15 e 16 settembre per portare il suo linguaggio visivo dissacrante sulla segnaletica stradale del Parco Maddalena. Divieti di accesso che diventano buffi clown o messaggi di solidarietà, frecce segnaletiche suonate come strumenti musicali, e ancora pesci piranha, affettatrici, sguardi perplessi, sberleffi, bicchieri di vino, immagini contro la guerra, Clet gioca a creare nuovi significati, rompe con la quotidianità e cattura l’occhio del passante: «I segnali stradali sono stati progettati per la guida veloce, non sarebbe più sicuro rallentare?».

 

La mappa del muralista Marqusart: uno sguardo diverso sulla città

Altro momento particolare è dato dallo streetartist friulano Marqusart: per tutta la settimana sarà impegnato a Borsea, nella realizzazione di una grande mappa di Rovigo. Marqusart realizzerà un murale sulla parete esterna della scuola primaria “Maini”, nel suo stile fumetto,  caricaturale, che già lo ha fatto apprezzare in Spagna (a Granada), oltre che a Pordenone. Per i rodigini uno sguardo diverso, un altro angolo, “sghembo”, sul proprio territorio e sulla propria quotidianità. «Spesso uso geometrie archetipiche e la riproduzione seriale di uno stesso oggetto (persone, case, facce, simboli), cercando con questo di dare un senso di profondità». Il murale sarà inaugurato con la RoRe Run, trekking urbano a Borsea, sabato 16 settembre.

 

Il live painting e le suggestioni di Marc Westermann

La pittura dal vivo è una forma di performance artistica che con Marc Westermann si declina su più piani, diventa una danza su tele diverse, un’opera d’arte che cambia continuamente: ciò che sembra, con un gesto diventa altro. L’artista tedesco Marc Westerman si esibirà la sera di sabato 16 settembre in Piazza Garibaldi: tele di grande formato, pennelli, colori ad olio, spatole e l’artista che dipinge senza sosta, simultaneamente. Dice di sè: «Sono un pittore che racconta storie per immagini davanti al pubblico».

 

La natura del Polesine e i cambiamenti in atto: le mostre del festival

Il territorio del Polesine è un continuo rinnovato equilibrio tra uomo e natura. Questa incredibile variazione del paesaggio è indagata dalle opere di Roberto Ghezzi e Antonio Massarutto nella mostra “Arte Terra Acqua” (Museo dei Grandi Fiumi).  Roberto Ghezzi, con le sue naturografie  che stanno documentando lo stato di salute di ambienti in tutto il mondo, si è dedicato a cogliere elementi naturalistici unici presenti nella provincia di Rovigo, dove l’acqua ha forgiato la terra lasciando tracce uniche quali gorghi e piccole zone umide. Antonio Massarutto ha raccolto legni trasportati dal Po fino al Delta, nel 2022, l’anno della grande siccità, e ne ha tratto installazioni scultoree sui cambiamenti in atto.

RoRe propone inoltre “Utopia plausibile. Storia di un Castello in aria” (Pescheria Nuova), esposizione a cura di Carlotta Cernigliaro, Maurizio Corona e Paola Zorzi di capolavori delle avanguardie storiche del ‘900 e contemporanei, che sono stati esposti nella dimora storica biellese Villa Cernigliaro, dopo gli importanti interventi di riqualificazione dello spazio.

L’architettura del ‘900 è il tema di una conferenza e una mostra (Urban Digital Center) proposte dell’Ordine degli Architetti di Rovigo. Durante la settimana del festival verrà lanciato un censimento nel territorio polesano, con il coinvolgimento del Mart di Rovereto e dell’Università di Padova, che proseguirà nei prossimi mesi con la partecipazione degli studenti delle scuole superiori di Rovigo.

 

La musica, i laboratori, il flashmob finale con Psycodrummers

Gli apprezzati artisti Psycodrummers e Zentequerente - i primi con il loro progetto musicale che esplora le possibilità delle percussioni industriali, lo streetartist con la decorazione di tavole da skateboard - saranno protagonisti di laboratori che coinvolgeranno i più giovani e culmineranno con performance spettacolari e di forte impatto emotivo. Gli Psycodrummers saranno inoltre protagonisti del flash mob che chiuderà il festival, una chiamata pubblica per portare le persone a suonare insieme in piazza Merlin domenica 17 settembre.

I musicisti polesani saranno protagonisti con l’etichetta indipendente “Caporetto Prod”, venerdì 15 settembre con i live set di Green Boots (“Universi della porta accanto”) e Meine Stille (“Still silence”), e con la cumbia elettronica di Banadisa - prodotto da Tempesta Dischi, etichetta friulana fondata dai Tre Allegri Ragazzi Morti - domenica 17.

L’uso di strumenti riciclati è l’idea del musicista e artigiano Daniele Guidotti che salirà sul palco (Piazzetta Annonaria) venerdì 16 settembre con la sua Gaudats Junk Band, un progetto che coinvolge il bassista della Bandabardò, Marco Bachi, e lo storico conduttore di VideoMusic, Rick Hutton.


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